Wednesday 28 May 2014

Quanto deve costare un eBook di fumetti ?

È convinzione diffusa che un eBook, in quanto opera digitalizzata e quindi mancante del costo essenziale del processo stampa/magazzino/spedizione, debba costare molto meno della pubblicazione cartacea.

Quando io fisso il prezzo di una pubblicazione Shockdom tengo conto, oltre ad eventuali considerazioni di marketing e di obiettivi commerciali, del fattore base del prezzo minimo, cioè di quanto deve essere l'introito a copia per recuperare le spese sostenute, considerando anche i costi variabili.

Veniamo agli eBook. In Italia la convinzione diffusa è “tanto sono in digitale, che costi hai?”, e quindi che debbano costare meno di un gioco per smartphone. 
Facciamo allora il paragone tra i costi di un eBook e quelli di un volume cartaceo, con i valori di Shockdom.

Carta:
-          Produzione: circa il 30% tra grafica, stampa, magazzino e spedizioni
-          Iva: 4%
-          Distribuzione/negozio:  50% se va bene
-          Autore: 10%

Per un volume che ad esempio costa 10€, il margine finale per l’editore è 0,60€

eBook
-          Produzione: circa 10%
-          Iva: 22% (esatto, l’iva sugli eBook non è quella dei libri)
-          Distribuzione: dal 35% al 60% (!):
-          Autore: per adesso, noi diamo il 70% sui guadagni (quindi tolti i costi dei punti precedenti)

Per un eBook che costi 10€, il margine finale per Shockdom è
-su 35% di costi di distribuzione: 1,14€
- su 65% di costi di distribuzione: 0,24€

Quindi a parità di prezzo, BENE CHE VADA, il guadagno è doppio rispetto al cartaceo. Quindi il prezzo di copertina, NELLE CONDIZIONI MIGLIORI, dovrebbe essere la metà di quello cartaceo, non meno.

Nelle condizioni peggiori, siamo a un terzo del cartaceo, quindi dovrebbero addirittura costare di più.

Questo mercato è destinato a crescere, non ci sono dubbi. Non si tratta di Se ma di Quando.  Solo che è ormai FONDAMENTALE che lo Stato italiano si adatti alla direttiva europea di quasi DIECI ANNI FA (2006) che indicava l’equiparazione fiscale tra libri ed ebook. Solo così e con la sempre maggiore diffusione delle opere, si potrà parlare di adeguamento dei prezzi.


Sperem.

Thursday 22 May 2014

Lumina, il lusso nel fumetto

Molto interessante in questi giorni l’operazione Lumina.
Come editore li ho contattati prima che partisse il crowfunding perché assolutamente colpito dalla grafica. Con lo staff ci siamo scambiati proposte, ma alla fine non si è trovato un accordo. Lo scrivo per trasparenza.

Ho seguito molto attentamente l’andamento del crowfunding e mi piace fare alcune considerazioni.

L’operazione di promozione è fatta molto bene. Con veramente poco budget, sfruttando la corsa alla solidarietà e coinvolgendo la Rete, lo staff è riuscito a superare quello che in gergo si chiama il tipping point, cioè il punto oltre il quale il passaparola esplode.

E' notorio che all'avvicinarsi della scadenza, un funding vede incrementare notevolmente il numero di sponsor e vedremo se questo effetto sarà decisivo. Mancano pochi giorni e per avere successo deve stabilizzarsi su una media di quasi 1800€ al dì. Non è facile, ma non è impossibile. Se in qualche modo riuscisse ad arrivare ad un programma televisivo o radiofonico adatto (e forse questo è il momento in cui potrebbe accadere), il gioco sarebbe fatto.

Il progetto è basato sul “tutto o niente”, in particolare per due aspetti.

Il crowfunding è di tipo “fixed goal”, cioè se le donazioni non dovessero arrivare a 44.000€ , non verrebbe erogato neanche un centesimo e tutta la fatica andrebbe persa (o quasi, perché comunque Lumina rimarrà come case history).  Mi sono domandato come mai questa scelta, visto che c’era anche l’alternativa del “quel che arriva prendo”. Probabilmente si è avuto timore che il livello necessario alla produzione non sarebbe stato raggiunto e per mantenere l’impegno, lo staff avrebbe dovuto rinunciare a qualche emolumento o, addirittura, a versare liquidità, cosa mai piacevole. Ma è solo una supposizione, ci potrebbero essere altri motivi anche regolamentari.

La quota richiesta, molto elevata, contiene tutti i costi(tutto o niente), compreso il lavoro dei due artisti che però è valorizzato molto poco. Secondo me si poteva giocare in altra maniera. Settecentocinquantaeuro al mese ciascuno sono pochi e allora perché non provare a togliere del tutto questa voce? Se dai 44.000€ venissero cancellati i 12.000€del lavoro degli artisti, l’obiettivo sarebbe stato meno difficile. E la voce “lavoro autori”si sarebbe riempita con la vendita degli albi, come è tipico di un’autoproduzione. So che leggendo queste parole ci sarà qualcuno che dirà “ecco, come al solito il lavoro degli autori è quello che può essere sacrificato”. Assolutamente no. Proprio perché un lavoro del genere deve essere ben retribuito,  togliere l’unica voce che dipende dal produttore poteva aiutare a raggiungere l’obiettivo e quindi guadagnare di più in seguito. È un ragionamento da imprenditore.

Andando oltre, cosa significa il progetto Lumina per il fumetto?

Lumina è un progetto particolare, per la percezione che hanno gli utenti della sua qualità e originalità. E il fatto che ad avere successo (intesa come diffusione del funding) sia un’operazione così particolare, può essere sia un rischio che un’opportunità, per il crowfunding.
Un rischio perché potrebbe segnare un solco, un termine di paragone molto pesante per i progetti futuri.Come se un progetto “normale”, magari con un budget basso e un prodotto mainstream, non potrà essere degno di essere sponsorizzato. Spero non sarà così.

Un’opportunità perché Lumina ha il pregio di aver definitivamente mostrato la potenzialità di uno strumento come il finanziamento spontaneo delle persone e l’ebbrezza dell’autoproduzione, un’attività altamente formativa, che fornisce una visione della pubblicazione molto più ampia rispetto a quella che si ha da autore,facendo comprendere aspetti nascosti o poco conosciuti che serviranno in futuro, nel momento in cui ci si relazionerà con un editore.

Ma andando ancora oltre, Lumina forse ha dimostrato che può esistere una industry dell' extra-lusso anche nel fumetto. Lumina ha rivelato la parola esacromia. Un tipo di stampa che costa un occhio della testa, ma che permette di riprodurre una gamma di colori molto più vicina a quella potenzialmente percepibile dall'occhio umano. Quindi un prodotto che per caratteristiche di produzione e di qualità percepita, deve necessariamente avere un costo di vendita elevato. Questo lato del prodotto potrebbe essere spinto all'estremo, alzando notevolmente il prezzo di copertina e facendo diventare Lumina quello che forse è destinato a diventare: un prodotto di lusso, intenso nel senso positivo del termine. Lumina come l'Hermes del fumetto.

E' una "suggestione" (come si suol dire negli ultimi tempi) che regalo a chi lo produrrà, gli autori stessi o un editore. Posizionare Lumina ancora più in alto. Rischioso, ma non così irreale. Paradossalmente il crowfunding, spesso percepito come operazione “cheap”, potrebbe aver aiutato questo ulteriore spostamento in alto del prodotto.